domenica 29 settembre 2013

Concorso di idee "Le energie rinnovabili per le isole minori"

   
Il concorso mira ad incentivare la ricerca di soluzioni che riescano a contemperare l’utilizzo di componenti e/o sistemi impiantistici per la produzione di energia termica e/o elettrica dalle fonti rinnovabili - sole, vento, geotermia ad alta entalpia, biomasse, maree, correnti e moto ondoso - con il rispetto dell’ambiente, dei caratteri tipologici dell’architettura propri del luogo e del paesaggio delle isole minori e/o delle aree marine protette. 


STRATEGIA UE promuovere le infrastrutture verdi

Promuovere le infrastrutture verdi nelle politiche principali
ossia quelle in materia di agricoltura, silvicoltura, natura, acqua, ambiente marino e pesca, coesione sociale, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, trasporti, energia, prevenzione delle catastrofi e uso del suolo. Entro la fine del 2013 la Commissione metterà a punto degli orientamenti per indicare in che modo le infrastrutture verdi potranno far parte integrante di queste politiche nel periodo 2014-2020;

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Infrastrutture verdi – Rafforzare il capitale naturale in Europa
1.1. Contesto
La società umana dipende dalle risorse che trae dalla natura legate, tra l’altro, all’alimentazione, alle materie prime, ad acqua e aria pulite, alla regolazione delle condizioni climatiche, alla prevenzione delle alluvioni, all’impollinazione e alle attività ricreative[1]. Tuttavia molti di questi benefici, spesso definiti come servizi ecosistemici, sono utilizzati nella convinzione che la loro disponibilità sia illimitata e sono considerati alla stregua di prodotti gratuiti, il cui vero valore non è apprezzato fino in fondo. In quest’ottica le autorità pubbliche potrebbero tornare a costruire infrastrutture, le cosiddette infrastrutture grigie, invece di ricorrere a soluzioni “naturali” a problemi come la prevenzione delle alluvioni. In Europa stiamo sistematicamente depauperando il nostro capitale naturale, compromettendo la nostra sostenibilità a lungo termine e minando la nostra resilienza agli shock ambientali. Come si evince dalla tabella di marcia per un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse[2], fare fronte all’incapacità di proteggere il nostro capitale naturale e dare il giusto valore ai servizi ecosistemici dovranno essere tra gli elementi trainanti nel percorso verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ossia la priorità dell’UE costituita da Europa 2020[3]. Nella tabella di marcia gli investimenti nelle infrastrutture verdi sono considerati un passo importante verso la protezione del capitale naturale. Nel quadro della strategia UE sulla biodiversità fino al 2020[4] la Commissione si impegna a sviluppare una strategia per le infrastrutture verdi[5]. La tabella di marcia sull’efficienza nell’uso delle risorse indicava che la Commissione avrebbe elaborato una comunicazione sulle infrastrutture verdi. La Commissione ha concretizzato tale impegno redigendo il presente documento[6], in cui stabilisce come un’azione a livello di UE possa costituire un valore aggiunto per le iniziative attualmente realizzate a livello locale.
    leggi tutto http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2013:0249:FIN:IT:HTML

FOTOVOLTAICO SUI TETTI

Per negare l'installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio, la Soprintendenza deve fornire un'effettiva dimostrazione dell'incompatibilità paesaggistica dell'impianto, e non può limitarsi a una valutazione astratta e generica.
Lo ha chiarito il Tar del Veneto (Sez. II) con la sentenza breve n. 1104/2013 depositata il 13 settembre.
La vicenda
Il ricorrente aveva presentato un progetto di ampliamento dell’edificio residenziale diretto a realizzare una sopraelevazione e il rifacimento del tetto a due falde. Sulla superficie di una falda era stata prevista la collocazione di 30 pannelli fotovoltaici e di 8 pannelli solari termici destinati a fornire acqua calda alle unità abitative.
La Soprintendenza, pur dando parere favorevole al progetto di ampliamento, ha negato l’installazione dell’impianto fotovoltaico “in quanto gli elementi da installare risulterebbero, in ordine alla posizione, alle dimensioni, alle forme, ai cromatismi, al trattamento superficiale riflettente, estremamente stridenti rispetto all’ambito nel quale si collocano e tali da alterare in modo negativo la visione del contesto paesaggistico circostante..”. Il provvedimento di diniego della Soprintendenza è stato recepito dal Comune, che ha rilasciato l'autorizzazione paesaggistica alla realizzazione dell'ampliamento, ma ha negato l'installazione dei pannelli fotovoltaici.
Tar: provvedimento generico
Secondo i giudici amministrativi, la valutazione della Soprintendenza, sebbene “espressione di un potere di discrezionalità tecnica”, è tuttavia “del tutto apodittica e generica”. Infatti, nel provvedimento di diniego “non solo non vi è nessun riferimento alla metratura o al posizionamento dell’impianto, ma ancora risulta del tutto assente l’individuazione e la menzione di un elemento del paesaggio e dell’ambiente circostante che, in quanto tale, risulterebbe deturpato, o quanto meno pregiudicato, dalla realizzazione di un impianto la cui ampiezza è, peraltro, circoscritta a soli 40 mq”.
Non è ammissibile una valutazione astratta e generica, non supportata da un’effettiva dimostrazione dell’incompatibilità paesaggistica dell’impianto, osserva il Tar Veneto, che richiama il recente pronunciamento del Tar Campania Salerno (sentenza n. 235 del 28 gennaio 2013), secondo il quale “per negare l'installazione di un impianto fotovoltaico sulla sommità di un edificio, bisogna dare la prova dell'assoluta incongruenza delle opere rispetto alle peculiarità del paesaggio, ….”.
Non basta la semplice visibilità dei pannelli
Tra l'altro, “attualmente la presenza di pannelli sulla sommità degli edifici, pur innovando la tipologia e la morfologia della copertura, non deve più essere percepita soltanto come un fattore di disturbo visivo, ma anche come un'evoluzione dello stile costruttivo accettata dall'ordinamento e dalla sensibilità collettiva. Per negare l'installazione di un impianto fotovoltaico occorre quindi dare prova dell'assoluta incongruenza delle opere rispetto alle peculiarità del paesaggio, cosa che non coincide con la semplice visibilità dei pannelli da punti di osservazione pubblici”.
Alla luce di questo orientamento giurisprudenziale, il Tar del Veneto ha quindi accolto il ricorso e annullato il provvedimento di diniego emesso dalla Soprintendenza.

sabato 28 settembre 2013

domotica


"La domotica è la scienza che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa, ridurne i costi di gestione e i consumi energetici. Si tratta di un’area fortemente interdisciplinare, che coinvolge l’ingegneria edile, l’automazione, l’elettrotecnica, l’elettronica, le telecomunicazioni e l’informatica".

La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. 

Ad esempio, un impianto elettrico intelligente può autoregolare l'accensione degli elettrodomestici per non superare la soglia che farebbe scattare il contatore.

La domotica è spesso associata al concetto "casa intelligente". Con questa definizione, si indica un ambiente domestico che mette a disposizione dell'utente impianti che vanno oltre il "tradizionale", dotati di apparecchiature e sistemi in grado di svolgere funzioni autonome o programmate dall'utente.

L'edificio intelligente, con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e 
computerizzata degli impianti tecnologici (climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti informatiche e delle reti di comunicazione. Lo scopo è quello di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la sicurezza e per migliorare la qualità dell'abitare e del lavorare all'interno degli edifici.

SMART METER


Lo smart meter è uno strumento di monitoraggio e misurazione dei consumi elettrici. Il suo scopo è quello di valutare l’assorbimento di elettricità da parte dell’utente finale. La sua particolarità è quella di poter comunicare in due direzioni: può inviare al gestore le letture dei dati degli apparecchi domestici ma anche essere contattato a distanza dagli operatori delle aziende”
Negli ultimi anni all’esigenza di registrare i consumi e allo scopo di far pagare quanto consumato, si è affiancato il bisogno di conoscere più a fondo i dettagli dei consumi elettrici  di ogni singolo appartamento o edificio. Da questa esigenza sono nati glismart metercontatori intelligenti, vere e proprie scatole nere del consumo elettrico.

Questi strumenti non possono costituire da soli una smart grid ma ne diventeranno una componente essenziale. Il sistema degli smart meter può essere costituito da un insieme di sensori che rilevano il consumo anche di singole porzioni di impianto o addirittura di singoli apparecchi con la possibilità di monitorare e di comandare a distanza il consumo decidendo eventualmente la disattivazione selettiva dei consumi.

Si tratta di strumenti basati su tecnologie ormai rodate e a basso costo che possono essere utilizzati dai gestori del servizio per proporre al cliente un piano tariffario più adatto alle sue abitudini o esigenze ovvero dall'utente stesso che volesse realizzare un monitoraggio e un controllo diretto del proprio consumo. L’installazione di una rete di smart meter dovrebbe essere considerata uno standard in fase di progettazione degli edifici ma anche durante la pianificazione di un piano di efficientamento energetico delle utenze.

domenica 22 settembre 2013

La dispersione termica




La dispersione termica è un problema che incide in modo significativo sulla bolletta energetica.
Un principio della termodinamica afferma che quando due corpi con differenti temperature vengono in contatto assumono nel corso del tempo una temperatura di equilibrio.
Il calore si trasferisce quindi da un corpo caldo ad uno freddo, analogamente succede nel nostro appartamento, il calore tenderà ad uscire verso l’esterno, e questo lo si deve evitare il più possibile.
Il calore si trasferisce per convezione dal radiatore all’aria e poi per conduzione attraverso le pareti, poi ancora per convezione all’esterno,   anche le superfici vetrate trasmettono il calore nel medesimo modo.

sabato 21 settembre 2013

Efficiency diagram


Piano Energetico Comunale (PEC)

Piano Energetico Comunale (PEC)

L’articolo 5 della Legge 10/91, al comma 5, statuisce che i Piani Regolatori Generali dei Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti debbano prevedere uno specifico piano a livello comunale relativo all’uso delle fonti rinnovabili di energia, ossia un Piano Energetico Comunale (PEC). 

Il Piano Energetico Comunale è uno strumento di pianificazione che si affianca al Piano Regolatore Generale e che censisce la misura dei consumi di energia della città, suddivisi per settori, contiene una analisi di questi dati e la individuazione di tutti gli interventi mirati al  risparmio di combustibili tradizionali, promuovendo l’utilizzo delle fonti rinnovabili. 

Il Piano Energetico rappresenta  uno strumento  efficace  di sviluppo sostenibile, in quanto traduce operativamente gli indirizzi dell'Amministrazione in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili, sensibilizzazione degli utenti all'uso razionale dell'energia, informazione degli stessi strumenti di governo del territorio ai principi del consumo razionale e sostenibile delle risorse energetiche. 

I principali obiettivi che si pone il Piano Energetico riguardano da un lato il miglioramento della qualità ambientale della città e dall’altro il contributo agli impegni  assunti anche dalla nostra Nazione. per la riduzione delle emissioni di CO2.

I campi di applicazione nei quali finalizzare le politiche di risparmio analizzate sono i seguenti:
· il settore residenziale e produttivo 
· la mobilità 
· l’illuminazione
· Il ciclo ambientale dei rifiuti
· la corretta informazione dei consumatori

Il Piano Energetico differenzia le aree secondo la diversa “Pressione energetica”, per favorire azioni sempre più capillari che tengano conto delle specificità di ogni area. 

La fase di pianificazione a livello comunale assume il significato di valorizzare in modo adeguato l’esistenza di un livello di razionalità, riferita sia sul versante della domanda di energia (i consumi) che su quello dell’offerta (la produzione), che si colloca sul territorio urbano unitariamente considerato, allo stesso modo e con le stesse motivazioni e obiettivi del Piano Regolatore Generale. 

Con il “Piano Energetico Comunale” viene elaborato uno strumento che introduce il fattore “efficienza energetica” come indicatore di qualità sia delle scelte strategiche di sviluppo territoriale ed urbanistico sia di quelle gestionali ed amministrative soprattutto sul patrimonio edilizio di proprietà pubblica.

Il Patto dei Sindaci

Il Patto dei Sindaci è il principale movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali e regionali impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Attraverso il loro impegno i firmatari del Patto intendono raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.

Piani d'azione per l'energia sostenibile

PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) è un documento chiave che indica come i firmatari del Patto rispetteranno gli obiettivi che si sono prefissati per il 2020. 
Tenendo in considerazione i dati dell’Inventario di Base delle Emissioni, il documento identifica i settori di intervento più idonei e le opportunità più appropriate per raggiungere l’obiettivo di riduzione di CO2. 
Definisce misure concrete di riduzione, insieme a tempi e responsabilità, in modo da tradurre la strategia di lungo termine in
azione. I firmatari si impegnano a consegnare il proprio PAES entro un anno dall’adesione.
IL PAES non deve essere considerato come un documento rigido e vincolante. 
Con il cambiare delle circostanze e man mano che gli interventi forniscono dei risultati e si ha una maggiore esperienza, potrebbe essere utile o addirittura necessario rivedere il proprio piano.
È importante tenere a mente che ogni nuovo progetto di sviluppo approvato dall’autorità locale rappresenta un’opportunità per ridurre il livello di emissioni. Perdere queste occasioni, può avere un impatto significativo nel tempo. 
Per questo, è importante valutare l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni per tutti i nuovi progetti, anche in caso il PAES non sia stato ancora finalizzato o approvato.




fonte:
EUR 24360 IT – Centro Comune di Ricerca - Istituto dell'Energia
Titolo: Linee Guida - Come Sviluppare Un Piano Di Azione Per L’energia Sostenibile - PAES

Settimana Europea della Mobilità Sostenibile








giovedì 12 settembre 2013

La Commissione europea cerca la Capitale dell’innovazione


la Commissione europea ha avviato la ricerca della prima iCapital, la capitale europea dell’innovazione. Il premio ricompensa la città che adotta il miglior “ecosistema innovativo” per collegare cittadini, organismi pubblici, università e imprese. Considerato che il 68% della popolazione dell’UE attualmente risiede in zone urbane, sono queste le aree che contribuiranno maggiormente a rendere l’Europa più innovativa. Le città promuovono l’innovazione nell’erogazione dei servizi ma il punto essenziale è costituito dalla creazione di un ambiente propizio affinché altri innovino e si creino collegamenti fra pubblico e privato. Una giuria di esperti indipendenti selezionerà la vincitrice nella primavera 2014 e la città prescelta riceverà 500 000 euro a sostegno dei propri sforzi. Il termine per la presentazione delle domande scade il 3 dicembre 2013.
http://ec.europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?section=icapital



domenica 8 settembre 2013

Elettrodomestici eco-progettati

Aggiornate le regole ecoprogettazione per gli apparecchi elettrici e i televisori alle novità tecnologiche del controllo a distanza via rete (c.d. modalità «stand-by in rete»). L’aggiornamento è contenuto nel regolamento dell’Unione europea del 22 agosto 2013, n. 801/2013/Ue (pubblicato sulla Guue 23 agosto 2013 n. L 225) che entrerà in vigore il prossimo 19 settembre. Il regolamento definisce le specifiche per la progettazione ecocompatibile in relazione al consumo di energia elettrica nei modi stand-by e spento e stand-by in rete ai fini dell’immissione sul mercato di apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e da ufficio. E non si applica agli apparecchi elettrici ed elettronici domestici e da ufficio immessi sul mercato il cui funzionamento presuppone un alimentatore esterno a bassa tensione per funzionare come previsto. Con il regolamento del 22 agosto la Commissione europea ha modificato il regolamento 1275/20008/Ce sulle specifiche di progettazione ecocompatibile relative al consumo di energia elettrica delle apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e da ufficio per immettere sul mercato Ue tecnologie che consentano di migliorare l’efficienza energetica nel modo «stand-by in rete»,
fonte (http://www.italiaoggi.it)

giovedì 5 settembre 2013

Etichetta energetica anche per le lampade


Dal 1° settembre 2013 ogni lampada o apparecchiatura di illuminazione che verrà immessa nel mercato dovra essere corredata da un’etichetta energetica 
La Commissione Ue con l'emanazione del Regolamento 874/2012/U2 del 12 luglio 2012 ha fissato i requisiti dell’etichettatura energetica da applicarsi a tutte le lampade elettriche e a tutti i prodotti  di illuminazione.
L’etichetta dovrà riportare nome o marchio del fornitore,   classe di efficienza energetica, consumo annuo ponderato di energia (EC) in KWh per 1000 ore (arrotondato alla cifra intera più vicina). 
Il regolamento (arti. 1) si applica alle seguenti lampade:
  • lampade a filamento
  • lampade fluorescenti
  • lampade a scarica ad alta intensità
  • lampade e moduli Led.
Non si applica invece a:
  • lampade e moduli Led con un flusso luminoso inferiore a 30 lumen
  • lampade e moduli Led commercializzati per funzionare con batterie lampade e moduli Led commercializzati per applicazioni il cui scopo primario non è l’illuminazione
  • lampade e moduli Led commercializzati con parti di un apparecchio di illuminazione e non destinati ad essere asportati dall’utilizzatore finale
  • lampade e moduli Led commercializzati come parte di un prodotto il cui scopo primario non è l’illuminazione; lampade e moduli Led non conformi ai requisiti applicabili nel 2013 e 2014, conformemente ai regolamenti che attuano la direttiva 2009/125/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio
  • apparecchi di illuminazione progettati per funzionare esclusivamente con lampade e moduli Led con un flusso luminoso inferiore a 30 lumen oppure quelli commercializzati per applicazioni il cui scopo primario non è l’illuminazione.