venerdì 12 dicembre 2014

Obiettivo riciclaggio dei rifiuti urbani

Obiettivo riciclaggio dei rifiuti urbani

Coerentemente con quanto richiesto dalla decisione della Commissione europea 2011/753/EU, il Ministero dell’Ambiente ha scelto e comunicato alla Commissione stessa il metodo di calcolo da utilizzare per la verifica del raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani imposto dalla direttiva europea 2008/98/CE.
Infatti l’articolo 11 della direttiva 2008/98/CE, recepito nell’ordinamento nazionale dall’articolo 181 del d.lgs. 152/06, ha stabilito un obiettivo da raggiungere al 2020 per quanto riguarda la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati pari al 50%.
Con la decisione 2011/753/EU, la Commissione europea ha indicato quattro diversi metodi per effettuare il calcolo del citato obiettivo ed ha lasciato agli Stati Membri la scelta del metodo da utilizzare. I 4 metodi proposti  dalla Commissione variano a seconda delle tipologie (rifiuti domestici o urbani) e frazioni merceologiche che è possibile includere nel calcolo.
Il metodo scelto dal Ministero è quello indicato dalla Commissione come metodo 2 e le frazioni merceologiche da conteggiare sono esclusivamente le seguenti:
  • carta;
  • cartone;
  • plastica;
  • metalli;
  • vetro;
  • legno;
  • frazione organica.
http://www.minambiente.it/notizie/obiettivo-riciclaggio-dei-rifiuti-urbani#sthash.rV4xjkdp.dpuf

IL PREZZO DEL PETROLIO

Perché il prezzo dei barili è crollato del 40 per cento da giugno e quali saranno le conseguenze
Il prezzo del petrolio
Il prezzo del petrolio è sceso di oltre il 40 per cento da giugno, quando era di 115 dollari a barile. Ora è sotto i 70 dollari.
Questo crollo è avvenuto dopo cinque anni di stabilità nei prezzi dell'oro nero. In un vertice a Vienna il 27 novembre, l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), che controlla circa il 40 per cento del mercato mondiale, non è riuscita a trovare un accordo per limitarne la produzione, provocando il crollo dei prezzi.
Hanno subito un duro colpo anche Paesi esportatori di petrolio come la Russia (dove il rublo ha subito ribassi record), la Nigeria, l’Iran e il Venezuela. Perché il prezzo del petrolio sta scendendo?
Il prezzo del petrolio è determinato in parte dalla domanda e dall’offerta effettiva, e in parte dalle aspettative. La domanda di energia è strettamente legata all’attività economica. E raggiunge picchi anche durante l’inverno nell’emisfero nord e durante l’estate nei Paesi che usano aria condizionata.
L’offerta può essere influenzata dalle condizioni climatiche (che possono impedire il caricamento delle petroliere) e dagli sconvolgimenti geopolitici. Se i produttori credono che il prezzo resterà alto, investono, contribuendo ad incrementare l’offerta, trascorso un lasso di tempo.
Analogamente, i prezzi bassi portano a un calo degli investimenti. Le decisioni dell’Opec modellano le aspettative: se sceglie di diminuire bruscamente l’offerta, può far schizzare in alto i prezzi. L’Arabia Saudita produce circa 10 milioni di barili al giorno – un terzo del totale della produzione Opec.
Quattro fattori stanno influenzando la diminuzione del prezzo del petrolio.
Prima di tutto, la domanda è bassa a causa della debolezza dell’attività economica, per l’incremento dell’efficienza e per la conversione crescente dal petrolio ad altri combustibili.
In secondo luogo, i disordini in Iraq e Libia – due grandi produttori di petrolio, con circa 4 milioni di barili al giorno in totale – non hanno influito sulla loro produzione. Il mercato è diventato così più ottimista rispetto al rischio geopolitico.
In terzo luogo, gli Stati Uniti sono diventati i maggiori produttori di petrolio al mondo. Sebbene non esportino greggio, ora importano molto meno, lasciando offerta in eccesso.
Infine, i sauditi e i loro alleati del Golfo hanno deciso di non sacrificare la propria quota di mercato per ristabilire il livello dei prezzi. Loro potrebbero diminuire bruscamente la produzione, ma i maggiori benefici sarebbero per Paesi che detestano, come Iran e Russia.
D'altronde l’Arabia Saudita può sopportare facilmente un livello dei prezzi più basso. Ha riserve per 900 miliardi di dollari e sostiene costi molto bassi per estrarre il petrolio (circa 5-6 dollari a barile).
Gli effetti ricadono principalmente sulle attività più a rischio e vulnerabili del settore petrolifero. Queste includono il fracking (tecnica estrattiva della fatturazione idraulica ndr) cui ricorrono i produttori americani che si sono indebitati molto prevedendo livelli alti per i prezzi. Includono anche i progetti ad alto costo delle aziende petrolifere occidentali, come le trivellazione in profondità o nell’Artico, o investimenti in aree molto sfruttate e sempre più costose come i giacimenti nel Mare del Nord.
Ma le conseguenze peggiori spettano ai Paesi dove i regimi si basano sull’alto prezzo del petrolio per pagare costose avventure all’estero e dispendiosi programmi sociali. Tra questi la Russia (che è già incorsa nelle sanzioni da parte dei Paesi occidentali per l’intromissione in Ucraina) e l’Iran (che sta pagando per tenere a galla il regime di Assad in Siria).
Gli ottimisti pensano che i problemi economici potrebbero rendere questi Paesi più propensi a cedere alle pressioni internazionali. I pessimisti temono che una volta messi all’angolo, siano spinti per disperazione a contrattaccare.
L'articolo, in lingua originale è stato pubblicato da The Economist
fonte:
http://www.thepostinternazionale.it/mondo/africa-e-medio-oriente/il-prezzo-del-petrolio

domenica 30 novembre 2014

Cosa sono I Certificati Verdi


Cosa sono
Certificati Verdi sono titoli negoziabili, rilasciati dal GSE in misura proporzionale all’energia prodotta da un impianto qualificato IAFR (impianto alimentato da fonti rinnovabili), entrato in esercizio entro il 31 dicembre 2012 ai sensi di quanto previsto dal D. lgs. 28/2011, in numero variabile a seconda del tipo di fonte rinnovabile e di intervento impiantistico realizzato (nuova costruzione, riattivazione, potenziamento e rifacimento).
Il meccanismo di incentivazione con i Certificati Verdi si basa sull’obbligo, posto dalla normativa a carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili, di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di elettricità prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. 
Il possesso dei Certificati Verdi dimostra l’adempimento di questo obbligo: ogni Certificato Verdeattesta convenzionalmente la produzione di 1 MWh di energia rinnovabile. I Certificati Verdi hanno validità triennale: quelli rilasciati per la produzione di energia  elettrica in un dato anno (anno di riferimento dei CV) possono essere usati per  ottemperare all'obbligo anche nei successivi due anni.
L’obbligo può essere rispettato in due modi: immettendo in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili oppure acquistando i Certificati Verdi dai produttori di energia “verde”.

fonte:
http://www.gse.it/it/Qualifiche%20e%20certificati/Certificati%20Verdi/Pages/default.aspx

agam 11/2014

Certificato verde

Certificato verde

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Un certificato verde è una forma di incentivazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Si tratta in pratica di titoli negoziabili, il cui utilizzo è diffuso in molti stati come ad esempio nei Paesi BassiSveziaUK e alcuni stati USA.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di certificati che corrispondono ad una certa quantità di emissioni di CO2: se un impianto produce energia emettendo meno CO2 di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con fonti fossili (petroliogas naturalecarbone ecc.) perché "da fonti rinnovabili", il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivendere (a prezzi di mercato) a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili, ma non lo fanno o non possono farlo autonomamente.
In Italia i certificati verdi sono emessi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) su richiesta dei produttori di energia da fonti rinnovabili.
I Certificati Verdi sono introdotti dal decreto di liberalizzazione del settore elettrico noto come Decreto Bersani. Il decreto di attuazione della direttiva 96/92/CE [1]stabilisce che i produttori possano richiedere i certificati verdi per 8 anni (per impianti entrati in servizio o revisionati dopo l'aprile del 1999) e per 15 anni per impianti successivi al 31/12/2007 (norma in finanziaria 2008). I certificati verdi permettono alle imprese che producono energia da fonti convenzionali (petroliocarbone,metano, eccetera) di rispettare la legge che obbliga ogni produttore o importatore di energia a usare fonti rinnovabili per il 2%.
L'impresa produttrice di energia acquista, presso la borsa gestita da GME, i certificati verdi che le occorrono per raggiungere la soglia del 2% della propria produzione. La quota del 2% si incrementa ogni anno, dal 2004, di 0,35% punti percentuali. I certificati verdi possono essere accumulati e venduti successivamente, ad esempio quando il valore sia cresciuto a seguito della domanda di mercato. Nel 2005 il valore è stato fissato dal mercato a 108,92 €/MWh al netto dell'IVA per 86.136 certificati verdi emessi per complessivi 4.308 GWh. Al 2006 con gli impianti certificati come fonti rinnovabili producevano 3.212 GWh di energia idroelettrica(35%), 2.440 GWh eolica (27%), 1.297 GWh con biomasse (14%), 943 GWh geotermica (10%), 745 GWh biogas (8%), 521 GWh con i rifiuti (6%) e 2,7 GWh solare[2].
Il prezzo dei certificati verdi è stato pari a circa 125 €/MWh nel 2006, valore a cui va aggiunto il prezzo di cessione dell'energia elettrica sul mercato (oltre 70 €/MWh), per un totale di circa 200 €/MWh. Dal 2009 il prezzo del certificato sommato a quello dell'energia elettrica ceduta sul mercato sarà al massimo 180 €/MWh.
Il risultato di questa politica è la creazione di un mercato in cui alcuni possono vendere l'energia con maggiori margini di profitto rispetto ad altri, in modo da incentivare, almeno in teoria, modi di produzione dell'energia che dovrebbero contribuire a ridurre la quantità di gas-serra (anidride carbonica ed altri).
In altri termini lo scopo è di utilizzare i meccanismi del libero mercato per incentivare determinati processi produttivi dell’energia, evitando un intervento diretto delloStato, ma si manifestarono alcune distorsioni, vanificando in parte lo scopo primario di riduzione dei gas serra. Infatti a causa della normativa italiana che concedeva questi sussidi anche alle fonti cosiddette assimilate alle rinnovabili (definizione tutta italiana e senza riscontri in Europa) una gran parte dei fondi sono stati destinati in modo controverso anche ad attività quali la combustione di scorie di raffineria, sanse ed all'incenerimento dei rifiuti.
Poiché tale incentivazione durerà ancora molti anni, attualmente ci si trova nella situazione paradossale in cui ad esempio scarti di raffineria, per il cui smaltimento in tutto il mondo i produttori erano costretti ad accollarsi dei costi, in Italia vengono bruciati ricevendo anche dei finanziamenti. Successivamente un secondo decreto Bersani ha corretto (per il futuro) questo errore eliminando le "assimilate" e mantenendo unicamente il termine "rinnovabili".[3]
L'incentivazione, se diventa eccessiva – ad esempio perché nel frattempo il costo della tecnologia cala molto – può provocare altre distorsioni, ad esempio nel caso dell'eolico. Nel caso dell'energia eolica, garantire dei margini di profitto più alti comporta direttamente l'ampliamento delle aree del territorio nazionale dove è conveniente installare un impianto eolico; l'incentivazione deve quindi essere calibrata sulla base del territorio che si vuole assegnare a questo settore, della produzione che si vuole raggiungere, dei costi che si vogliono sostenere, per evitare conseguenze indesiderabili, a partire dalla degradazione di territori o paesaggi di grande valore (molto diffusi in Italia), a danno del settore culturale e turistico, fino a vere e proprie forme di speculazione[4].
D'altro canto, il meccanismo dei certificati verdi può non essere sufficiente per incentivare fonti rinnovabili meno mature industrialmente, come il solare fotovoltaico esolare termodinamico ed è perciò solo uno dei metodi da considerare per una politica di incentivazione equilibrata.
Se una caduta dei prezzi del petrolio non poteva escludersi, come isolatamente sostenevano nel 2012 Paul Stevens e Alphavalue1, non poteva certo immaginarsi che potesse avvenire in concomitanza con un groviglio di tensioni geopolitiche (Russia-Ucraina, Israele-Hamas, Iran, Irak, Libia, Siria, Sudan, Yemen) prima mai osservato, che aveva ridotto l’offerta sino a 3,5 mil.bbl/g. 



fonte: http://www.mercatoelettrico.org/Newsletter/20141114Newsletter.pdf

agam 11/2014

DETTAGLIO PRODUZIONE E RD DEI RIFIUTI URBANI


DETTAGLIO PRODUZIONE E RD DEI RIFIUTI URBANI


sabato 29 novembre 2014

www.energia.sicilia.it


http://www.energia.sicilia.it 


ENERGIA: Sistemi di Auto-Produzione (SAP)

I Sistemi di Auto-Produzione (SAP) sono quei sistemi in cui una persona fisica o giuridica produce energia elettrica e, tramite collegamenti privati, la utilizza in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8,
della legge n. 1643/62, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente al 1 aprile 1999 (data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 79/99). 

Nell’ambito dei SAP è possibile distinguere le cooperative storiche, i consorzi storici, e gli altri autoproduttori. 

nel dettaglio:

a) le cooperative storiche sono le società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre n. 1643/62. 
Esse sono ricomprese nell’ambito dei SAP in relazione all’attività di trasporto e fornitura di energia elettrica per i propri soci. Tale attività non costituisce attività di distribuzione, bensì, ai sensi del decreto legislativo n. 79/99, attività di autoproduzione. Vi sono però molte cooperative che oltre a svolgere tale attività di autoproduzione, svolgono attività di distribuzione in relazione ad utenti terzi non soci. Per quest’ultima attività esse sono titolari di una concessione di distribuzione e in quanto tali sono a tutti gli effetti imprese distributrici concessionarie. 
Le cooperative storiche a loro volta si suddividono, ai sensi del comma 2.1 dell’Allegato A alla deliberazione ARG/elt 113/10 (di seguito: TICOOP) in cooperative storiche concessionarie (sono cooperative dotate di una propria rete con la quale trasportano energia elettrica ai propri clienti soci diretti. A tale rete sono connessi anche clienti finali non soci rispetto ai quali la cooperativa svolge il servizio pubblico di distribuzione in qualità di concessionario), cooperative storiche non concessionarie (sono cooperative dotate di una propria rete con la quale trasportano energia elettrica ai soli propri clienti soci diretti. Tali cooperative non sono titolari di una concessione di distribuzione e pertanto non possono connettere alle proprie reti clienti finali non soci, se non su esplicita richiesta dell’impresa distributrice concessionaria di zona) e cooperative storiche senza rete;

b) i consorzi storici sono i consorzi o le società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente al 1 aprile 1999. Anche in questo caso il trasporto e la fornitura di energia elettrica tramite la rete elettrica consortile del consorzio storico non si configura come attività di distribuzione, bensì come attività di autoproduzione;

c) gli altri autoproduttori (AA) sono le persone fisiche o giuridiche che producono energia elettrica e, tramite collegamenti privati, la utilizzano in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante. In tale contesto, quindi, l’attività di trasporto e fornitura di energia elettrica tramite collegamenti privati e nell’ambito di un gruppo societario non si configura come attività di distribuzione, bensì come attività di autoproduzione.

AGAM novembre 2014

ENERGIA: diverse tipologie di Sistemi Semplici di Produzione e Consumo

ENERGIA: diverse tipologie di Sistemi Semplici di Produzione e Consumo.


Nell’ambito dei Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC),  si possono distinguere diversi sottoinsiemi tra loro, in parte, sovrapposti: 
i Sistemi di AutoProduzione (SAP), 
i Sistemi con Linea Diretta (SLD), 
i Sistemi Efficienti di Utenza (SEU). 

I SSPC sono sistemi non soggetti all’obbligo di connessione di terzi nè all’obbligo di libero accesso al sistema. 

AGAM novembre 2014

giovedì 9 ottobre 2014

NUOVE NORME UNI SULLA PRESTAZIONE ENERGETICA

Il 2 ottobre 2014 sono entrate  in vigore le nuove norme UNI sulle prestazioni energetiche degli edifici, nuovi e già esistenti, in sostituzione a quelle risalenti all'anno 2008.

UNI/TS 11300-1:2014, “Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale”, fornisce dati e metodi, in attuazione della UNI EN ISO 13790:2008, per il calcolo del fabbisogno di energia termica (in condizioni standard o climatiche particolari) per l’umidificazione e deumidificazione degli ambienti;


UNI/TS 11300-2:2014, “Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali”, fornisce dati e metodologie non solo relativi al calcolo del fabbisogno energetico per la climatizzazione, ma anche per la misurazione dei rendimenti e delle perdite dei sottosistemi di generazione di calore alimentati a combustibili fossili, liquidi e gassosi.

Per maggiori info è consigliabile visitare il sito http://www.uni.com/


agam ottobre 2014

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti - PROROGA ISCRIZIONI

Lunedì 3 novembre: è questa la nuova scadenza per poter aderire alla Sesta edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che si terrà dal 22 al 30 novembre 2014. A decidere la proroga il Comitato promotore nazionale, di cui fanno parte Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Provincia di Torino, Provincia di Roma, Anci, Legambiente, AICA, E.R.I.C.A. Soc. Coop., Eco dalle Città.
La decisione arriva sull’onda lunga delle moltissime adesioni che in questi giorni stanno arrivando da tutta Italia, a riprova che la Settimana sta diventando un appuntamento fisso per istituzioni, stakeholder e cittadini decisi a far qualcosa di concreto per un ambiente più sostenibile. Un impegno questo che è alla base della genesi della SERR stessa, nata nell’ambito del Programma LIFE+ dell’Unione Europea: una maggiore sensibilità alle politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea.
Le azioni che si possono proporre vanno dal mercatino del riuso, ad un corso di cucina con gli avanzi di cibo, ad un laboratorio di riparazione degli elettrodomestici: l’importante è che al centro delle azioni ci sia l’obiettivo diridurre e riciclare i rifiuti, oltre che riusare le cose che ancora hanno un valore. Qualche spunto si può trovare su questo sito, mentre ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ewwr.eu oppure inviando una mail aserr@assaica.org.
L’obiettivo del Comitato Italiano è raggiungere, per il terzo anno consecutivo, il record di azioni, dopo le 5399 del 2013. Per farlo servirà l’impegno di Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole e Università, Imprese, Associazioni di categoria e Cittadini che potranno proporre azioni volte alla riduzione dei rifiuti, a livello nazionale e locale. Quindi tutti, ma proprio tutti, sono invitati a registrare la propria azionecollegandosi al sito www.ewwr.eu e completare il form entro il 3 novembre.
tratto da : http://www.serr2014.it/2014/10/09/prorogato-al-3-novembre-il-termine-per-aderire-alla-settimana-europea-per-la-riduzione-dei-rifiuti/


mercoledì 1 ottobre 2014

CONSIDERAZIONI SU: “open source”

Sentiamo spesso parlare di “open source”, termine che viene usato  per indicare  una visione alternativa dell'informatica, sottoposta ad una licenza d'uso non tradizionale e molto spesso gratuita. 

Il mondo dei software di progettazione sta rapidamente e radicalmente cambiando, tanto che la maturità raggiunta da molti prodotti free e open source ha convinto anche le aziende più grandi, a cambiare strategia, cercando di  trovare nuove formule contendendo i costi. 

La qualità in alcuni casi è eccellente, in altri ancora  da migliorare, ma sono sempre di più gli strumenti informatici legali e sicuri in grado di sostituire o affiancare le tradizionali soluzioni commerciali.  

Gli autori di software "open source"  condividono il libero sviluppo e la collaborazione spontanea da parte di decine, centinaia o migliaia di programmatori indipendenti per migliorare il progetto, ma non necessariamente vuol dire che l'uso sia gratuito.

I vantaggi dell'open source sono molteplici rispetto ai canali di sviluppo e commercializzazione tradizionali per la qualità dei risultati raggiunti  grazie al prezioso contributo di un sempre piu vasto  bacino di programmatori, competenti e motivati.  Infatti sovente  il prodotto finale   raggiungere una complessità  maggiore, rispetto a  quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro, infatti accade sempre pi spesso che   il software open source è spesso antesignano  in materia di innovazione.

Ulteriore vantaggio alla diffusione di questa  "scuola di pensiero" è  rappresentato dalla  la possibilità di personalizzare il programma, adattandolo autonomamente alle proprie necessità. Inoltre   il software sarà sempre disponibile e aggiornabile dalla comunità degli sviluppatori a differenza del software commerciale la cui vita e sviluppo  sono legati esclusivamente alle scelte commerciali del produttore. 

agam ottobre 2014  


lunedì 1 settembre 2014

HORIZON 2020

Horizon 2020 è il più grande programma della ricerca e dell'innovazione dell'UE  con quasi 80.000.000.000 € di finanziamenti disponibili in 7 anni (2014-2020) - oltre agli investimenti privati ​​che questi soldi attirerà.  



Horizon 2020 is the biggest EU Research and Innovation programme ever with nearly €80 billion of funding available over 7 years (2014 to 2020) – in addition to the private investment that this money will attract. It promises more breakthroughs, discoveries and world-firsts by taking great ideas from the lab to the market.

Horizon 2020 is the financial instrument implementing the Innovation Union, a Europe 2020 flagship initiative aimed at securing Europe's global competitiveness.

Seen as a means to drive economic growth and create jobs, Horizon 2020 has the political backing of Europe's leaders and the Members of the European Parliament. They agreed that research is an investment in our future and so put it at the heart of the EU's blueprint for smart, sustainable and inclusive growth and jobs.


http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en

AGAM SETTEMBRE 2014

Energy Efficiency Communication 2014

Energy Efficiency

Energy Efficiency Communication 2014


Success of current policies
The Communication highlights many benefits that have come as a result of the EU's drive towards greater energy efficiency. For instance:
Following the introduction of efficiency requirements in building codes, new buildings consume half as much energy today as they did in the 1980s.
Energy intensity in EU industry has decreased by almost 19% between 2001 and 2011.
More efficient appliances are expected to save consumers €100 billion annually – about €465 per household – on their energy bills by 2020.
Member States have committed to rolling out close to 200 million smart meters for electricity and 45 million for gas by 2020, leading to greater savings for consumers.
Between 1995 and 2010, the average specific consumption of fuel in new cars was more than 2 liters less than it was in 1995.
The share of refrigerators meeting the highest energy efficiency labelling classes (A and above) increased from less than 5% in 1995 to more than 90% in 2010
fonte: http://ec.europa.eu/energy/efficiency/events/2014_energy_efficiency_communication_en.htm
agam settembre 2014



The Energy Efficiency Communication


The Energy Efficiency Communication is a strategy that proposes mid and long-term objectives for the EU's energy efficiency policy by assessing progress towards the 2020 energy efficiency target and proposing a new 30% target for 2030.

L'efficienza energetica è una strategia di comunicazione che si propone obiettivi a medio e lungo termine per la politica di efficienza energetica dell'UE valutando i progressi verso l'obiettivo di efficienza energetica 2020 e proporre un nuovo obiettivo del 30% per il 2030.

fonte: http://ec.europa.eu/energy/efficiency/events/2014_energy_efficiency_communication_en.htm
agam settembre 2014


The European Week for Waste Reduction

The European Week for Waste Reduction


Il Comitato promotore nazionale SERR (composto da Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Provincia di Torino, Provincia di Roma, Legambiente, AICA, ANCI, E.R.I.C.A. Soc. Coop. ed Eco dalle Città), annuncia le date ufficiali della sesta edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che quest’anno si terrà dal 22 al 30 novembre 2014.La “Settimana” è un’iniziativa nata all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea, con l’obiettivo primario di sensibilizzare le Istituzioni, gli stakeholder e tutti i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea, che gli Stati membri devono perseguire.
Anche quest’anno l’obiettivo sarà quello del massimo coinvolgimento di Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole e Università, Imprese, Associazioni di categoria e Cittadini che potranno proporre azioni volte alla riduzione dei rifiuti, a livello nazionale e locale.
Novità di quest’anno: le adesioni saranno esclusivamente on-line sul sito www.ewwr.eu fino al 10 ottobre.Seguite le istruzioni per le iscrizioni sul sito www.envi.info.   
agam settembre 2014

sabato 23 agosto 2014

Generation Awake

Generation Awake è una campagna di sensibilizzazione in tema di efficienza delle risorse. Si rivolge alla collettività per mostrare cosa si può fare tutti i giorni per ridurre gli sprechi e consumare risorse naturali come l'acqua, l'energia, il legno e i metalli in modo più ragionevole.
fonte
http://www.generationawake.eu/it/

mercoledì 20 agosto 2014

PROGRAMMA DI LAVORO PLURIENNALE LIFE PER IL PERIODO 2014-2017

PROGRAMMA DI LAVORO PLURIENNALE LIFE PER IL PERIODO 2014-2017
 INTRODUZIONE
Secondo l’articolo 3 del regolamento (UE) n. 1293/2013 (di seguito «regolamento LIFE»), il programma LIFE persegue i seguenti obiettivi generali:





contribuire al passaggio a un’economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici, contribuire alla protezione e al miglioramento della qualità dell’ambiente e all’interruzione e all’inversione del processo di perdita di biodiversità, compresi il sostegno alla rete Natura 2000 e il contrasto al degrado degli ecosistemi;
migliorare lo sviluppo, l’attuazione e l’applicazione della politica e della legislazione ambientale e climatica dell’Unione, e catalizzare e promuovere l’integrazione e la diffusione degli obiettivi ambientali e climatici nelle altre politiche dell’Unione e nelle prassi del settore pubblico e privato, anche attraverso l’aumento della loro capacità;
sostenere maggiormente la governance ambientale e in materia di clima a tutti i livelli, compresa una maggiore partecipazione della società civile, delle ONG e degli attori locali; e
sostenere l’attuazione del settimo programma d’azione per l’ambiente.
Il programma LIFE sarà gestito dai servizi della Commissione stessa o dall’agenzia esecutiva alla quale tale compito è delegato in regime di gestione diretta. L’agenzia esecutiva agirà entro i limiti della delega ai sensi della decisione della Commissione C(2013)9414 e sotto la supervisione dei servizi della Commissione. La responsabilità generale del programma è della Commissione. È possibile ricorrere a esperti esterni per coadiuvare l’attività dei servizi della Commissione e/o dell’agenzia esecutiva.
In linea con gli obiettivi generali, il presente programma di lavoro pluriennale è adottato ai sensi dell’articolo 24, paragrafo 1, del regolamento LIFE mediante atto di esecuzione a norma della procedura d’esame di cui all’articolo 5 del regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (1), cui rimanda l’articolo 30 del regolamento LIFE.
In applicazione del principio di complementarità con altri programmi di finanziamento europei elencati ai considerando 5, 11 e 13 e all’articolo 8 del regolamento LIFE, l’attuazione del programma di lavoro pluriennale garantirà, tramite misure specifiche, la coerenza e le sinergie ed eviterà il più possibile sovrapposizioni con le altre politiche e gli strumenti finanziari dell’Unione, in particolare con il programma Orizzonte 2020 (2), il programma quadro di ricerca e innovazione dell’Unione per il periodo 2014-2020, e con i relativi programmi di lavoro (3). Queste finalità saranno conseguite principalmente applicando i criteri di ammissibilità per i diversi tipi di progetti e gli orientamenti contenuti nelle linee guida per le candidature che accompagnano l’invito a presentare proposte. Al fine di evitare il doppio finanziamento, saranno effettuati controlli incrociati durante la fase di selezione e verifiche ex post. In particolare, sono esclusi dal finanziamento a titolo del programma LIFE i progetti incentrati sulla ricerca o sulla costruzione di grandi infrastrutture.
tratto da 
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32014D0203&from=EN