Il Combustibile solido secondario (CSS) è un combustibile solido prodotto da rifiuti che
rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate
delle norme tecniche UNI CEN/TS 15359.
Può derivare dal trattamento di frazioni
omogenee e opportunamente selezionate di rifiuti urbani, rifiuti
industriali, rifiuti commerciali, rifiuti da costruzione e demolizione, fanghi
da depurazione delle acque reflue civili e industriali, ecc.
La definizione, introdotta dal D. L.vo
3 dicembre 2010, n.205, ha superato la distinzione tra Combustibile
derivato da rifiuti di qualità normale (CDR) e Combustibile derivato
da rifiuti di qualità elevata (CDR-Q) presente nella D. L.vo 152 del 2006.
Si presenta di solito in varie forme,
addensate o meno. Può essere in forma di fluff (simile a coriandoli),
in questo caso può essere lasciato sfuso oppure pressato in presse normalmente
di forma parallelopipeda con peso da circa 500 a 1000 kg ciascuna e di norma
filmate su tutti i lati con una pellicola di polietilene. Oppure può essere in
forma addensata ed in questo caso si può presentare come pellets, bricchette o
in forma granulare.
Eliminazione delle frazioni
organiche o non combustibili
Nella normativa italiana il CSS
trova la sua definizione all'Art, 183 comma 1 lett. cc del D.
L.vo 152/2006 come modificato dal D. L.vo 3 dicembre 2010, n.205 .
Esso viene ottenuto tramite processi volti a eliminare i materiali non
combustibili (vetro, metalli, inerti) e la frazione umida (la materia
organica come gli scarti alimentari, agricoli, etc.).
La parte non combustibile dei rifiuti
e non recuperabile in altro modo viene raccolta e, dopo essere stata
raggruppata in unità di dimensioni e peso standard, destinata alla discarica
o al riciclaggio.
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