Definizione di biocarburanti
-- Rispetto ai combustibili fossili i biocarburanti emettono meno gas a effetto serra
(GES), in particolare biossido di carbonio, dato che la quantità di CO2
emessa
durante la combustione di biocarburante viene catturata durante la crescita della
materia prima (le piante che costituiscono tale materia prima assorbono infatti
il biossido di carbonio durante la crescita)1
.
Tuttavia, questa equazione funziona
solo se non vi sono emissioni aggiuntive dovute a un cambiamento della destinazione
del terreno, che può essere diretto (ad esempio, se un terreno forestale
viene convertito in terreno agricolo con una perdita del carbonio stoccato)
o indiretto (per compensare l’impiego di colture alimentari per la produzione
di biocarburanti, è necessario coltivare una superfice più estesa per garantire
l’approvvigionamento alimentare); ciò significa che alle emissioni di GES dovute
alla coltivazione di colture per biocarburanti si aggiungono emissioni causate dal
recupero e dalla coltivazione di nuove superfici adibite a colture alimentari.
Nel
caso dei biocarburanti prodotti con rifiuti, residui o altra biomassa non alimentare,
non vi è concorrenza con la produzione alimentare.
-- Nella normativa UE applicabile, i biocarburanti sono definiti come «carburanti
liquidi o gassosi per i trasporti ricavati dalla biomassa»2
, ossia da prodotti, rifiuti
o residui biodegradabili dell’agricoltura, della silvicoltura o della pesca oppure
da rifiuti industriali e urbani biodegradabili. Attualmente, gli unici biocarburanti
prodotti e usati in grandi quantitativi nell’UE sono la biobenzina (che comprende
il bioetanolo) e il biodiesel.
tratto da:Relazione speciale Il sistema dell’UE per la
certificazione dei
biocarburanti sostenibili
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