La figura dell’energy manager può sembrare un ruolo “di contorno”, ma in realtà appare una figura nevralgica, soprattutto in aziende medio-grandi o in enti pubblici.
Vediamo in breve a cosa serve e quando è davvero utile
🔋 Cos’è un energy manager
È la persona (o società esterna) incaricata di monitorare, analizzare e ottimizzare i consumi energetici di un’organizzazione.
In Italia, la figura è prevista dalla Legge 10/1991:
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è obbligatoria per enti pubblici e imprese con consumi oltre 10.000 tep/anno (settore industriale) o 1.000 tep/anno (altri settori).
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“tep” = tonnellate equivalenti di petrolio, misura standard dell’energia.
⚙️ Cosa fa concretamente
Un buon energy manager:
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analizza bollette, contatori e impianti per capire dove si spreca energia;
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propone interventi di efficienza energetica (illuminazione LED, pompe di calore, fotovoltaico, automazione…);
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gestisce i contratti di fornitura per ottenere tariffe più vantaggiose;
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coordina progetti di sostenibilità e riduzione CO₂;
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aiuta ad ottenere incentivi e certificazioni (TEE, ISO 50001, ecc.);
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prepara report per la direzione o per gli enti pubblici (ENEA, GSE…).
💰 Perché è utile...
Un energy manager efficace può:
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ridurre i costi energetici del 10–30%;
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migliorare l’immagine “green” dell’azienda;
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evitare sanzioni o sprechi dovuti a cattiva gestione;
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aumentare la competitività (meno costi, più efficienza).

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