domenica 2 novembre 2025

Regolamento (UE) 2023/1804 (AFIR) — “Alternative Fuels Infrastructure Regulation” - STATO DI ATTUAZIONE IN ITALIA

 


Regolamento (UE) 2023/1804 (AFIR) — “Alternative Fuels Infrastructure Regulation”  


✅ Stato di attuazione  in Italia

Obblighi e regolamentazione

  • L’AFIR è entrato in vigore il 13 aprile 2024.

  • In quanto regolamento, non necessita di recepimento nazionale: si applica direttamente negli Stati membri, compresa l’Italia. 

  • L’Italia è già monitorata dalla European Alternative Fuels Observatory (EAFO) per il proprio “Target Tracker” e infrastrutture sull’elettrico + idrogeno. 

Infrastrutture e investimenti

  • Sono disponibili dati aggiornati sull’Italia per punti di ricarica elettrica pubblica, infrastrutture di idrogeno, CNG/LNG/LPG. 

  • L’UE ha reso disponibili strumenti di finanziamento utili per l’Italia: ad esempio il bando del Connecting Europe Facility (CEF) – Alternative Fuels Infrastructure Facility (AFIF) con dotazione fino a 1 miliardo € per infrastrutture combustibili alternativi (anche per l’Italia) nelle fasi 2024-2025. 

  • Specifica misura italiana: lo Stato ha ottenuto l’approvazione della regime di aiuti di Stato italiano per l’elettrificazione dei porti da 570 milioni € per incentivare le navi ad alimentarsi da banchina elettrica nei porti. 

  • Per l’idrogeno: l’Italia è stimata dover dotarsi di circa 70 stazioni di rifornimento di H₂ entro il 2030 per rispettare gli obblighi AFIR. 


⚠️ Punti critici / lacune

  • Nonostante l’impegno, l’Italia non risulta ancora pienamente allineata a tutti gli obblighi AFIR (es. densità stazioni ogni ~60 km lungo la rete TEN-T, potenze minime di ricarica rapide, infrastrutture per mezzi pesanti, copertura idrogeno). L’osservatorio EAFO segnala che l’Italia sta progredendo, ma alcune metriche restano più basse rispetto alla media UE.

  • Alcune sfide operative persistentemente citate: autorizzazioni/permessi complessi, disomogeneità territoriale nella distribuzione delle stazioni (Nord vs Sud Italia) e vincoli sulla rete elettrica/connessione infrastrutture. 

  • Per l’idrogeno, pur con l’obiettivo delle ~70 stazioni al 2030, il numero attuale è significativamente inferiore e richiede accelerazione. 

  • La trasparenza delle tariffe, l’interoperabilità dei sistemi di pagamento senza abbonamento, e la disponibilità di potenze elevate per ricarica ad alta velocità sono ancora in fase di miglioramento. 


🔍 Alcune metriche specifiche

  • Italiana flotta veicoli ad alimentazione alternativa (M1 + N1) al Q2 2025: ~4,614,402 veicoli. 

  • Obbligo AFIR (fra gli altri): ciascun veicolo elettrico leggero BEV registra un minimo 1,3 kW di potenza installata pubblica di ricarica; per PHEV 0,8 kW.  

  • Dati infrastrutture: la pagina “Infrastructure – Italy” dell’EAFO consente di visualizzare numero, crescita e potenza dei punti di ricarica pubblici AC/DC.  


🔭 Conclusione

L’Italia ha avviato concretamente l’adeguamento ai requisiti dell’AFIR: la normativa è in vigore, esistono strumenti di finanziamento e sono in atto misure operative. 

Tuttavia, rimane del lavoro da fare per raggiungere pienamente gli obiettivi più stringenti (densità infrastrutturale, potenza, copertura idrogeno, distribuzione uniforme) e per allinearsi ai target temporali europei.

 

Alternative Fuels Infrastructure Regulation (AFIR)


Regolamento (UE) 2023/1804, meglio noto come Alternative Fuels Infrastructure Regulation (AFIR), che disciplina la rete europea di ricarica/ricarica per combustibili alternativi. 

 

✅ Cosa prevede l’AFIR

Ecco i punti chiave:

  • È stato adottato il 25 luglio 2023 dal Consiglio dell’Unione Europea.  

  • Entra in vigore a livello UE dal 13 aprile 2024.  

  • È direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, senza che serva recepimento nazionale (essendo un regolamento).  

  • Stabilisce obblighi minimi vincolanti per gli Stati membri in tema di infrastrutture per combustibili alternativi: ricarica elettrica, idrogeno, rifornimento per mezzi pesanti, attività portuali e aeroportuali.

  • Alcuni esempi di target:

    • Per veicoli leggeri (auto e furgoni elettrici): una quota di potenza di ricarica pubblica per veicolo registrato (esempio: 1,3 kW per ogni BEV) e stazioni rapide lungo la rete TEN-T (es. ogni ~60 km lungo i corridoi principali) per il 2025/2030. 

    • Per veicoli pesanti elettrici: stazioni rapide dedicate lungo la rete TEN-T (core + network comprehensive) con potenze elevate. 

    • Per l’idrogeno: stazioni di rifornimento ogni ~200 km lungo TEN-T core + in ogni nodo urbano entro il 2030. 

    • Per porti e aeroporti: ad es., alimentazione elettrica a bordo (shore-side electricity) nei porti principali, e fornitura di energia elettrica agli aeromobili fermi ai gate/remote stands entro certe scadenze. 

  • Impone anche obblighi su interoperabilità, trasparenza del prezzo, facilità di pagamento (es. possibilità di ricarica senza abbonamento, pagamento con carta/contactless) e diffusione di dati sull’infrastruttura.

“Veicoli elettrici ed Unione Europea”


Il tema “Veicoli elettrici ed Unione Europea” è oggi al centro delle politiche industriali, ambientali e sociali dell’UE, ed altrettante polemiche e perplessità.

Ecco una sintesi :

🚗 1. Obiettivi dell’Unione Europea

L’Unione Europea considera la mobilità elettrica un pilastro della transizione ecologica, in linea con il Green Deal europeo e il piano “Fit for 55”, che mira a ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Obiettivi principali:

  • Ridurre l’inquinamento dei trasporti, che rappresentano circa il 25% delle emissioni totali di CO₂ in Europa.

  • Promuovere la produzione e l’uso di veicoli a zero o basse emissioni.

  • Incentivare la creazione di una rete di infrastrutture di ricarica capillare.


2. Normative e strategie principali

  • Regolamento UE 2023/851: stabilisce che dal 2035 non potranno più essere vendute auto e furgoni nuovi con motore a combustione interna (benzina o diesel).

  • Piano Fit for 55: prevede un rafforzamento del sistema ETS (Emission Trading System) anche per i trasporti.

  • AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) – approvata nel 2023: impone agli Stati membri di installare punti di ricarica elettrica ogni:

    • 60 km lungo le principali autostrade europee (TEN-T) per auto e furgoni;

    • 120 km per i mezzi pesanti.

  • Battery Regulation (2023): regola la produzione, riciclo e tracciabilità delle batterie in ottica di economia circolare.


💶 3. Incentivi e finanziamenti

L’UE sostiene lo sviluppo dei veicoli elettrici tramite:

  • Fondi europei come NextGenerationEU, Horizon Europe e Connecting Europe Facility.

  • Incentivi nazionali (bonus per l’acquisto, esenzioni fiscali, accesso a ZTL ecc.), cofinanziati dall’UE.

  • Investimenti per la costruzione di Gigafactory europee (es. in Francia, Germania, Italia, Polonia).


🔋 4. Sfide principali

  • Costo elevato dei veicoli elettrici rispetto a quelli tradizionali.

  • Scarsità di materie prime (litio, cobalto, nichel) e dipendenza da Paesi extra-UE.

  • Adeguamento delle reti elettriche e produzione di energia rinnovabile sufficiente.

  • Transizione industriale che impatta sull’occupazione nel settore automobilistico tradizionale.


🌍 5. Impatti positivi attesi

  • Riduzione di CO₂ e inquinamento atmosferico nelle città.

  • Maggiore indipendenza energetica dell’UE.

  • Innovazione tecnologica e crescita dell’industria “green”.

  • Miglioramento della qualità della vita e della salute pubblica.


🔮 6. Prospettive future

L’UE punta a:

  • Integrare la mobilità elettrica con reti intelligenti (smart grid) e fonti rinnovabili.

  • Promuovere la ricerca su batterie di nuova generazione (allo stato solido, riciclabili).

  • Incentivare la mobilità condivisa e sostenibile (car sharing, e-bike, trasporto pubblico elettrico).